“Ti racconterò tutte le storie che potrò” di Agnese Borsellino e Salvo Palazzolo.

Consigli su libri e film. Oggi consigliamo il libro "Ti racconterò tutte le storie che potrò" di Agnese Borsellino e Salvo Palazzolo. Questo libro è stato scritto dal giornalista Palazzolo raccogliendo i ricordi più belli e più significativi della vita professionale ma anche e soprattutto privata di Paolo Borsellino. Leggendo questo libro avrete la possibilità di conoscere la persona, non il magistrato che tutti conoscono. Entrerete nella sua vita e conoscerete dei lati quasi inaspettati; la grandezza, la bontà, la simpatia di un uomo che prima di essere ucciso, insegnò la lezione più importante di tutte: quella sull'amore.  

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Fiammetta Borsellino: «25 anni di schifezze e menzogne»

Dopo 25 anni di silenzio, parla Fiammetta Borsellino. «Sono stati buttati 25 anni. Un quarto di secolo trascorso a costruire falsi pentiti con lusinghe e con torture». Sono state queste le parole più dure di Fiammetta Borsellino, rese dopo l’audizione in commissione antimafia. Quest’anno il suo 19 luglio non lo ha trascorso come gli altri, a ricordare suo padre in una chiesetta a Pantelleria. Ha parlato in commissione antimafia per mettere in luce alcuni aspetti inquietanti sulla strage che le portò via il padre quando aveva solo 19 anni. Dopo anni di silenzi senza neanche un’apparizione pubblica, ha consegnato atti processuali dai quali è possibile evincere in che modo le inchieste sulla strage seguirono da subito, direzioni sbagliate. Tra i documenti risulta una lettera di Ilda Boccassini, allora p.m. a Caltanissetta, che invitava i colleghi a prestare attenzione alle dichiarazioni molto spesso contraddittorie del…

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Omicidio di Don Pino Puglisi: le parole del killer

Omicidio di Don Pino Puglisi: le parole del killer Don Pino Puglisi è stato un sacerdote siciliano ucciso il 15 settembre 1993. Don Pino, chiamato anche 3P dai ragazzi che frequentava quotidianamente, cercava ogni giorno di aiutare le persone in difficoltà, cercava di attirare verso la chiesa i giovani, per evitare che potessero finire nelle mani della criminalità. Era un uomo umile, sempre sorridente, che credeva nelle giovani generazioni, un punto di riferimento per i tanti siciliani onesti che speravano in un futuro migliore. Le dichiarazioni del suo assassino Salvatore Grigoli furono agghiaccianti: «L’omicidio [di don Pino Puglisi] non doveva apparire come un delitto di mafia , bensì come l’opera di un tossicodipendente o di un rapinatore. Per tale motivo fu utilizzata una pistola di piccolo calibro e al sacerdote fu sottratto il borsello. Lui arrivò, ed io e Gaspare Spatuzza scendemmo dalle auto mentre…

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Una piccola Curiosità

Una piccola Curiosità Le vedete queste paperelle? La foto è stata scattata nell'ufficio di Giovanni Falcone che è stato ricostruito ed arredato esattamente come lo era molti anni fa. Infatti, grazie a Giovanni Paparcuri, autista del magistrato Rocco Chinnici, ucciso il 29 luglio 1983, da un po' di anni è possibile visitare, all'interno del tribunale di Palermo, gli uffici dei due magistrati, con l'arredamento originale e con molti dei loro oggetti personali. Giovanni Falcone nel suo ufficio, conservava sulla sua scrivania, una collezione di paperelle in miniatura che custodiva gelosamente. Molto spesso però, Paolo Borsellino, entrava nel suo ufficio, nascondeva una delle papere e lasciava un biglietto:"Se la papera vuoi ritrovare, cinquemila lire devi lasciare". Falcone nonostante sapesse che Borsellino amava nasconderle in cassaforte, faceva finta di arrabbiarsi e gridava:"Paolo, ridammi la papera"! Borsellino per farsi perdonare, raccontava una delle sue famose barzellette, scatenando…

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Un ricordo della signora Agnese Borsellino

Dal ricordo di Agnese Borsellino «Se mi dicono perché l’hanno fatto, se confessano, se collaborano con la giustizia, perché si arrivi ad una verità vera, io li perdono. Devono avere il coraggio di dire chi glielo ha fatto fare, perché l’hanno fatto, se sono stati loro o altri, dirmi la verità, quello che sanno, con coraggio, con lo stesso coraggio con cui mio marito è andato a morire, di fronte al coraggio io mi inchino, da buona cristiana dire perdono, ma a chi? Io perdono coloro che mi dicono la verità ed allora avrò il massimo rispetto verso di loro, perché sono sicura che nella vita gli uomini si redimono, con il tempo, non tutti, ma alcuni si possono redimere è questo quello che mi ha insegnato mio marito». «Lui amava le strade ed i palazzi che raccontavano la storia. Era un uomo che…

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In ricordo di Giuseppe Di Matteo

  Oggi la pagina ricorda l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo avvenuto l'11 gennaio 1996. Giuseppe era il figlio di Santino Di Matteo, collaboratore di giustizia che rilasciò varie dichiarazioni sulla strage di Capaci e sull'uccisione di Ignazio Salvo. Per questo motivo fu rapito il figlio, il 23 novembre 1993, quando aveva soltanto 13 anni, da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca. Il bambino dopo 180 giorni di prigionia fu sciolto nell'acido. Gli esecutori materiali del delitto furono Vincenzo Chiodo, Enzo Salvatore Brusca e Giuseppe Monticciolo. Per il sequestro e l'omicidio del piccolo Giuseppe, oltre Giovanni Brusca, sono stati condannati all'ergastolo circa 100 mafiosi tra cui Leoluca Bagarella, Salvatore Benigno, Salvatore Bommarito, Luigi Giacalone, Francesco Giuliano, Giuseppe Graviano, Salvatore Grigoli, Matteo Messina Denaro, Michele Mercadante, Biagio Montalbano e Gaspare Spatuzza. « Ho ucciso Giovanni Falcone. Ma non era la…

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Il 19 luglio 1992 raccontato da Manfredi Borsellino

Manfredi Borsellino:«Non vidi mio padre o meglio i suoi "resti", perché quando giunsi in via D'Amelio, fui riconosciuto dall'allora presidente della Corte d'Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna. Seppi successivamente che mia sorella Lucia, non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all'interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell'esplosione, ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre. A differenza di quello che si può pensare mia sorella ha tratto una grande forza da quell'ultima immagine del padre,…

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Simonetta Lamberti, uccisa dalla camorra a 11 anni.

Quegli occhi, quello sguardo, quel sorriso, appartengono ad una bambina uccisa a soli 11 anni il 29 maggio 1982 dalla camorra. Simonetta Lamberti è stata uccisa nel corso di un attentato il cui obiettivo era il padre, il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina, con il quale stava rincasando in auto a Cava de' Tirreni dopo una giornata trascorsa al mare. I due erano in auto, quando ad un certo punto la loro auto fu affiancata da un'altra vettura, dalla quale furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco. Questi ultimi colpirono il magistrato in modo non grave, mentre Simonetta fu centrata alla testa e morì praticamente sul colpo. È ricordata come la prima di una serie di bambini vittime innocenti per particolare crudeltà durante le guerre di camorra degli anni '80.

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