Minacce a Roberto Saviano e Rosaria Capacchione, dopo 13 anni la sentenza di condanna

Sono trascorsi 13 anni dalla famosa udienza del 13 marzo 2008 nel corso del processo d'appello Spartacus contro il clan dei casalesi, nella quale l'avvocato Michele Santonastaso lesse la sua richiesta di ricusazione della Corte, menziando il libro "Gomorra" di Roberto Saviano e alcuni articoli della giornalista Rosaria Capacchione i quali, secondo l'avvocato avrebbero potuto influenzare I giudici. Le intimidazioni e minacce In realtà quelle parole erano delle vere e proprie minacce. Infatti i giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Roma hanno inflitto due condanne, riconoscendo l'aggravante del metodo mafioso al reato di minaccia. Hanno condannato ad un anno e sei mesi il boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti (detenuto in regime di carcere duro) e ad un anno e due mesi il suo difensore, l'avvocato Michele Santonastaso . Hanno invece assolto l'avvocato Carmine D'Aniello, difensore dell'altro storico boss del gruppo criminale casertano,…

0 Comments

23 Maggio 1992: oggi, domani e sempre.

Di Noemi Gatto Se vi aspettate da questo articolo -in realtà è più una riflessione, non sono una giornalista- la solita favoletta commemorativa, potete anche chiudere ed andare altrove. E vi spiego pure le ragioni. Ragione numero 1: Non ho mai amato la retorica sterile, messa in atto un giorno all’anno, per cumulare quale like o per uniformarsi al pensiero della massa. Odio fortemente l’ipocrisia. A maggior ragione, se “vomitata” su una vicenda di estrema importanza- quale è l’uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo ed i poliziotti Montinaro, Dicillo e Schifani - ed a cui mi sento particolarmente legata. Pertanto rimarrò fedele alla mia trasparenza ed al mio essere diretta. Ragione numero 2: Il raccontino del cattivo che uccide il buono, ha stancato. Oramai non regge più. Non è tutto bianco o nero. Esiste il grigio e va raccontato. La Strage di Capaci -…

0 Comments

Giovanni Falcone: l’uomo che “sfidò Cosa Nostra.” La sua vita fino alla strage di Capaci

Falcone nacque a Palermo il 18 maggio 1939, nel quartiere la Kalsa, lo stesso quartiere del suo amico e collega Paolo Borsellino. Amavano tanto giocare insieme a pallone, anche con gli altri ragazzi del quartiere, molti dei quali sarebbero poi diventati dei boss spietati di Cosa Nostra. Giovanni Falcone Si iscrisse a giurisprudenza con il massimo dei voti ed una volta conseguita la laurea, superò il concorso in magistratura. La laurea di Giovanni Falcone Falcone infatti, aveva una grande passione per il diritto, avvertiva un profondo senso dello Stato e delle istituzioni. Credeva nella possibilità di eliminare le disuguaglianze, immaginando un Paese senza disparità, propenso all'attuazione concreta di quell'uguaglianza sostanziale sancita nella Carta Costituzionale. Giovanni Falcone Per questo motivo si avvicinò al partito comunista di Berlinguer, ma non lasciò mai che le sue idee politiche potessero influenzare il suo lavoro. L'amore con Francesca Morvillo…

0 Comments

Il sacrificio di Aldo Moro

“Era la notte buia dello Stato italiano, quella del 9 maggio ’78, la notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno Stato”. Il corpo di Aldo Moro ritrovato in via Caetani(fonte della foto: sito Antribune) La canzone “I Cento Passi” dei Modena City Ramblers, che racconta la vita appassionata di Peppino Impastato, è una delle poche canzoni in grado di far convergere le due storie. Due vite diverse, ma con molteplici similitudini. Quando quella mattina del 9 maggio 1978, l’Italia si svegliò ed apprese della notizia relativa alla morte di Aldo Moro, pensava si trattasse soltanto di un brutto sogno, quello che per mesi molti avevano cercato di evitare.  Aldo Moro, Presidente della DC Aldo Moro, massimo esponente della Democrazia Cristiana, della quale divenne segretario e poi presidente, fu trovato senza vita in via Caetani dopo 55 giorni di prigionia.  Fu il principale promotore del cosiddetto…

0 Comments

Peppino Impastato, il ragazzo che sognava una Cinisi libera dalla mafia.

 «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. (…) Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». Peppino impastato Peppino Impastato era questo: un giovane siciliano che sognava un Paese libero dalla mafia, un Paese in cui tutti fossero stati in grado di apprezzarne la bellezza. Peppino era un giornalista, poeta ed attivista, che avvertiva il desiderio di cambiare il nostro Paese. La sua arma erano le parole, i suoi racconti, la sua radio, la sua denuncia sociale. La passione per la politica e l'impegno civile  Egli nacque a Cinisi in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948 da una famiglia mafiosa, ma nonostante questo, attraverso le varie iniziative come la nascita del gruppo Musica e cultura, che svolgeva…

0 Comments