Boris Giuliano, un poliziotto siciliano dalle abili capacità, fu ucciso il 21 luglio 1979 all’età di 41 anni. Attraverso il suo lavoro, la sua competenza, determinazione, riuscì ad infliggere un duro colpo alla mafia.
Si laureò in giurisprudenza e divenne commissario di polizia. Fu nominato capo della Squadra Mobile di Palermo e successivamente conseguì anche una specializzazione presso la FBI National Academy.
Le iindagini
Si occupò di casi importanti, ad esempio la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro nel 1970.
Poi nel 1979 i suoi uomini fermano due mafiosi Antonino Marchese e Antonino Gioè e trovarono nelle tasche una bolletta con un indirizzo.
Si recarono nell’appartamento indicato e trovarono armi, droga ed una patente contraffatta con la foto di Leoluca Bagarella, che lo avrebbe poi ucciso sparandogli alle spalle il 21 luglio in un bar.
Il suo assassino preferì colpirlo alle spalle piuttosto che affrontarlo, assumendo un comportamento semplicemente da vigliacchi.
Boris Giuliano fu il primo ad aver intuito come Cosa Nostra stesse riorganizzando il traffico di droga internazionale, infatti collaborava spesso con agenti della Dea americani.
Lo “sceriffo buono”
Era consapevole dei pericoli derivanti dal suo lavoro, ma non per questo decise di abbandonare tutto, avvertendo un profondo senso del dovere e delle istituzioni.
Molti colleghi lo definivano “lo sceriffo buono”. Aveva infatti un animo gentile e generoso.
Suo figlio Alessandro, oggi Questore di Napoli, ha infatti raccontato alcuni episodi dai quali è possibile evincere la sua bontà d’animo.
“Quando in questura a Palermo arrivava un bambino povero che si era perso, lui lo portava a casa nostra. Invece di lasciarlo ad aspettare negli uffici freddi in mezzo ai calcinacci, come era prassi in quegli anni, lo accompagnava da noi. Suonava il campanello e lo presentava a me e alle mie sorelle. Così, per dargli un conforto.
Mio padre Boris Giuliano era vicino agli ultimi, senza essere un sacerdote.”
Ancora oggi viene ricordato Giuliano per le sue immense capacità investigative , per la capacità di collegare eventi, nomi e date. Il suo sacrificio è stato recentemente ricordato nella fiction “La mafia uccide solo d’estate” del regista Pif e anche nel film “Boris Giuliano- un poliziotto a Palermo” regia di Ricky Tognazzi, interpretato da Adriano Giannini.