Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Dalla lotta alle Brigate Rosse alla lotta alla mafia.

Articolo di Matteo Cattabriga

Gli uomini passano, le loro idee restano. Quello che siamo stati, i valori che abbiamo rappresentato, le nostre idee e le nostre azioni, rimarranno per sempre nel cuore delle persone che ci hanno voluto bene, esattamente come la vita ed il lavoro del generale Dalla Chiesa.

Ci sono uomini nella storia del nostro Paese che non hanno smesso di far risuonare la loro voce, nonostante il tempo che ci separa dalla loro genesi.

Il concetto della rimembranza, già esposto da Foscolo ne “I sepolcri”, rappresenta una pietra miliare della nostra storia ed è grazie a quest’ultima che personaggi come Carlo Alberto Dalla Chiesa diventano “immortali”.

La strage di via Carini

Era il 3 settembre 1982, ore 21.15, quando il Generale Dalla Chiesa e sua moglie, Emanuela Setti Carraro, si stavano recando, a bordo di una Autobianchi A112, fuori per cena.

Ad un tratto, all’altezza di via Isidoro Carini, una BMW 518, guidata dai mafiosi Antonio Madonia e Calogero Ganci, bloccarono l’auto del Generale ed i killer aprirono il fuoco freddando i coniugi con un  AK-47.

Strage di via Carini

L’agente Domenico Russo rimase gravemente ferito nell’attentato e perse la vita nei giorni successivi.

“Qui è morta la speranza dei palermitani onesti”. 

Frase scritta sul luogo della strage

E’ questa la frase simbolo che apparì a Palermo il mattino seguente.

Il capoluogo siciliano, in quegli anni, era diventato un vero e proprio luogo di guerra, alimentata dalla violenza e dalla brutalità di Cosa Nostra,la quale creò una situazione di terrore in tutta l’isola.

I cittadini, con l’arrivo di Dalla Chiesa alla prefettura, avevano riacquistato fiducia e nutrivano profonda speranza per il futuro.Il generale rimase a Palermo solo 100 giorni. 100 giorni che gli bastarono per diventare un uomo scomodo per il sistema che si era venuto a creare in quella regione.

La figura Di Carlo Alberto Dalla Chiesa viene spesso associata solo al fenomeno mafioso ma egli, nella sua vita, affrontò altre innumerevoli battaglie. 

Chi era il Generale Dalla Chiesa?

Il generale Carlo Alberto Dalla, Chiesa laureato in giurisprudenza e scienze politiche, entrò nell’Arma durante la seconda guerra mondiale.

Ancora oggi rappresenta uno dei simboli della lotta alla mafia, infatti quest’anno una delle tracce presentate ai ragazzi durante l’esame di maturità, aveva per oggetto proprio il suo esempio ed il suo lavoro, ecco il link per leggere l’articolo già scritto https://www.raccontaresignificaresistere.it/maturita-2019-il-generale-dalla-chiesa-e-leonardo-sciascia-la-mafia-raccontata-dai-ragazzi/

Gli anni di piombo

Gli anni Settanta furono contrassegnati dalla violenza del terrorismo rosso e nero.

Il terrorismo rosso, incarnato dalle Brigate Rosse, aveva come obiettivi personaggi pubblici come politici, avvocati, professori e poliziotti.

Tantissimi gli omicidi eccellenti compiuti dai brigatisti, tra i quali emerge quello del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro del 1978, come avevamo approfondito nel nostro articolo precedente https://www.raccontaresignificaresistere.it/il-sacrificio-di-aldo-moro-41-anni-dopo-tra-certezze-e-misteri-2/

Brigate Rosse

Il terrorismo nero, di matrice fascista, invece, era costituito da militanti dell’estrema destra aiutati da apparati deviati dei servizi segreti. Prediligeva attentati dinamitardi tramite l’utilizzo di bombe, nascoste in punti strategici in modo da causare più vittime possibili.

Strage di Bologna

Gli attentati più violenti furono quelli a  Piazza Fontana, del Treno Italicus e la Strage di Bologna.  Entrambi i gruppi terroristici miravano ad indebolire la democrazia e lo Stato Liberale, in modo tale da rimpiazzarlo con, nel caso delle BR un regime comunista e nel caso dei “neri” con una dittatura in stile fascista.

Il contrasto al terrorismo del Generale Dalla Chiesa

Per contrastare il fenomeno delle Brigate Rosse, il Generale decise di creare una squadra altamente specializzata, capace di infiltrarsi e distruggere dall’interno l’organizzazione.

Fu così che nel 1974 a fronte dei continui attentati, egli creò il Nucleo Speciale Antiterrorismo.  Nel settembre del 1974 il Nucleo riuscì a catturare a Pinerolo, Renato Curcio e Alberto Franceschini  esponenti di spicco e fondatori delle Brigate Rosse. 

Irruzione di via Fracchia

GENOVA, 28 marzo 1980,  in un appartamento in via Umberto Fracchia 12, grazie alle informazioni fornite dal militante delle BR Patrizio Peci, arrestato nel febbraio 1980 a Torino, i carabinieri del Generale riuscirono ad individuare la base dell’organizzazione terroristica e organizzare di notte un’irruzione all’interno dell’appartamento.

Nell’appartamento si trovavano 4 brigatisti, tre militanti clandestini e la giovane proprietaria dell’immobile.

L’azione si concluse con un violento conflitto a fuoco che provocò la morte di tutti i presenti e anche della ragazza oltre al ferimento del maresciallo del carabinieri Rinaldo Benà .Questo episodio inflisse un colpo fatale all’organizzazione e ne provocò il rapido collasso. La guerra fu vinta lo Stato vinse e grazie alla tenacia e alla fermezza del suo fedele servitore Dalla Chiesa. Le BR furono sconfitte, una delle più pericolose minacce che la Repubblica avesse mai dovuto affrontare, fu annientata.

Via Fracchia

Gli ultimi 100 giorni di Dalla Chiesa a Palermo

Dopo l’omicidio del segretario regionale del PCI Pio La Torre, avvenuto il 30 aprile 1982, Carlo Alberto Dalla Chiesa venne inviato a Palermo dall’allora ministro dell’Interno del Governo Spadolini, Virginio Rognoni, con la speranza che potesse limitare o addirittura sconfiggere Cosa Nostra.

Il neo-prefetto fin da subito si ritrovò in una situazione molto pesante. In Sicilia dominava incontrastato il potere mafioso: soldi, voti di scambio, politici corrotti, crimini violenti.

Il generale Dalla Chiesa comprese immediatamente che il suo fosse un incarico destinato a non produrre i risultati sperati. Lo Stato infatti non lo difese e ne tanto meno lo supportò a dovere. Venne lasciato solo, solo a combattere qualcosa di molto più grande e potente di lui. L’esito di questa battaglia, purtroppo, si conosce e rappresenta una delle pagine più vergognose del nostro Paese. 

I responsabili della strage: Totò Riina, Pino Greco, Antonino Madonia ed altri killer, appartenenti al gruppo dei Corleonesi, fautori della sanguinosa guerra di mafia che insanguinò la Sicilia in quegli anni.

Il Generale in soli 100 giorni fece tremare Cosa Nostra. La sera stessa della strage, sparirono documenti importanti dalla cassaforte del generale, probabilmente documenti sensibili inerenti al caso Moro, di cui il generale si occupò negli anni precedenti.

Dopo la sua morte infatti, si è fatta strada anche un’altra a motivazione che avrebbe condotto alla sua uccisione, ovvero che la morte del generale fosse anche collegata alla sua integrale conoscenza del memoriale redatto da Aldo Moro durante la sua prigionia, una conoscenza più ampia di quella nota dopo i ritrovamenti nel covo delle Brigate Rosse di via Monte Nevoso a Milano. Secondo il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta, Pecorelli e Dalla Chiesa erano a conoscenza di alcuni segreti sul sequestro Moro che infastidivano Andreotti.

Dopo la morte del generale i figli hanno cercato in questi anni di lottare affinché emergesse tutta la verità. Il figlio Nando Dalla Chiesa in questi anni è diventato un punto di riferimento per tantissimi giovani.

Per seguire tutte le sue attività ed iniziative, questo è il suo profilo facebook https://www.facebook.com/nandodallachiesa.it/

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