Il 19 luglio 1992 raccontato da Manfredi Borsellino

Manfredi Borsellino:«Non vidi mio padre o meglio i suoi “resti”, perché quando giunsi in via D’Amelio, fui riconosciuto dall’allora presidente della Corte d’Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna.
Seppi successivamente che mia sorella Lucia, non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all’interno della camera mortuaria.

Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell’esplosione, ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre.

A differenza di quello che si può pensare mia sorella ha tratto una grande forza da quell’ultima immagine del padre, è come se si fossero voluti salutare un’ultima volta.»
(In foto Lucia e Paolo Borsellino, inverno 1971)

 

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