Beppe Montana, commissario della squadra mobile di Palermo, fu ucciso il 28 luglio 1985.
Si laureò in giurisprudenza, vinse il concorso per entrare in Polizia e lavorò nella sezione “Catturandi”, finalizzata alla ricerca dei latitanti.
Lavorò con il pool antimafia, con il quale strinse un solido rapporto. Partecipò infatti al famoso “maxi blitz di San Michele” del pool antimafia. Arrestò alcuni uomini di Michele Greco detto ” Il Papa” e si occupò in particolare della ricerca del latitante Salvatore Montalto, che si nascondeva nel territori di Ciaculli. In tale territorio, controllato da uomini di Greco, fu infiltrato l’agente Calogero Zucchetto, che fu ucciso il 14 novembre 1982.
Montana fu ucciso il giorno prima di andare in ferie, mentre si trovava con la fidanzata a Porticello , frazione del Comune di Santa Flavia. Quando si aprirono le indagini, fu indagato un calciatore appartenente ad una famiglia di pescatori, Salvatore Marino, il quale fu torturato e ucciso dai poliziotti presi da “isteria collettiva”, come disse il giudice istruttore.
Alcuni pentiti successivamente, fecero riferimento ad una possibile talpa all’ interno della Questura, che aveva agevolato i piani della criminalità. Dopo la morte di Montana, la scia di sangue che sporcò Palermo, fu inarrestabile, la guerra di mafia tra le due fazioni, causò la morte di centinaia e centinaia di persone.
Il 17 febbraio 1995 la Corte di Assise di Palermo condannò come mandanti dell’omicidio: Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Francesco Madonia e Bernardo Provenzano, che furono condannati all’ergastolo.