Due facce della stessa medaglia: mafia e mentalità mafiosa, ma a volte dobbiamo andare più in profondità per capire davvero le cose.
Giovanni Falcone
Il giudice Giovanni Falcone fu ucciso il 23 maggio del 1992 insieme alla moglie Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Era uomo che ha dedicato la sua intera vita alla lotta contro Cosa Nostra, della quale ne aveva ormai conosciuto la struttura, i codici, la lingua, gli esponenti e soprattutto gli affari.
Quell’uomo così pieno di passione per il Suo lavoro, di rispetto nei confronti dell’istituzione che rappresentava, aveva capito una delle cose più importanti: c’è una differenza tra l’essere mafiosi e avere solo una mentalità mafiosa; si può avere una mentalità mafiosa anche senza appartenere di fatto all’organizzazione criminale.
“Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale.”
Giovanni Falcone
Mafia, Cosa Nostra
“Cosa Nostra” è la denominazione comunemente usata per riferirsi alla mafia siciliana, un’organizzazione criminale nata in Sicilia.
È una delle più antiche e potenti organizzazioni criminali del mondo, con una storia che risale al XIX secolo.
Tale organizzazione presenta una struttura piramidale, gerarchica, con un forte controllo sul territorio, esercitato dalle “famiglie”, con un capo famiglia, con capidecina, capimandamento sempre più in alto, fino alla “Commissione”, “Cupola”, con il “capo dei capi”.
Per entrare nell’organizzazione è necessario un particolare iter di affiliazione molto antico, nel quale si giura totale fedeltà a Cosa Nostra.
Questa organizzazione criminale è severamente punita dal nostro codice penale ai sensi dell’art. 416 bis :
Associazione di tipo mafioso anche straniere (art. 416-bis c.p.)
Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici anni.
Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni.
L’ associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.
Se l’associazione è armata si applica la pena della reclusione da dodici a venti anni nei casi previsti dal primo comma e da quindici a ventisei anni nei casi previsti dal secondo comma.
L’ associazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il conseguimento della finalità dell’associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra, alla ‘ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso.
art 416 bis c.p.
La mentalità mafiosa
Quella mentalità è figlia dell’indifferenza, dell’omertà, della illegalità ed è insista in ognuno di noi. Ogni volta che facciamo finta di niente davanti ad un’ingiustizia, ogni volta che ci giriamo dall’altra parte, che scegliamo il male, non scegliamo l’onestà, non denunciamo, non siamo tecnicamente mafiosi, ma la mentalità mafiosa, a volte, può vivere in noi.
Lo stesso Giovanni Falcone disse:
Anche Rita Atria , testimone di giustizia disse:
“Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci.”
Rita Atria