Rita Atria era una ragazza siciliana di 17 anni quando morì il 26 luglio 1992.
Proveniva da una famiglia mafiosa; il padre infatti, era un pastore affiliato a Cosa Nostra. Quando morì il padre, si consolidò ancora di più il legame con il fratello, legato anch’egli alla mafia.
Quando fu ucciso il fratello Nicola, la moglie Piera Aiello, decise di collaborare con la polizia, diventando una testimone di giustizia. Oggi Piera è membro della Commissione Parlamentare Antimafia, dopo essere stata eletta come Deputata alle elezioni del 2018.
A soli 17 anni, Rita decise di seguire le orme della cognata e di collaborare con la giustizia, in particolare con Paolo Borsellino. Per lei diventò come un padre, anche perché tutta la sua famiglia la rinnegò, considerandola una traditrice.
Grazie alle sue preziose testimonianze e quelle della cognata, fu possibile arrestare numerosi mafiosi di Sciacca, Partanna e Marsala.
Una settimana dopo la strage di via d’Amelio, in cui fu ucciso Paolo Borsellino, Rita Atria straziata dal dolore,decise di lanciarsi dal settimo piano del palazzo in cui viveva segretamente a Roma.
Prima di morire scrisse:
Rita Atria
Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire il vuoto ha lasciato nella mia vita.
Tutti hanno paura, ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi.
Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta.
A seguito della sua morte, la madre dopo averla ripudiata in vita, distrusse la sua lapide a martellate, ma ancora oggi Rita, viene ricordata come una delle testimoni di giustizia più coraggiose, che a soli 17 anni, ebbe il coraggio di schierarsi contro la sua famiglia per inseguire i suoi ideali.
Rita Atria
Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi.
La storia di Rita è stata raccontata nel film “La siciliana ribelle” di Marco Amenta.