27 e 28 luglio 1993: le bombe che fecero tremare l’Italia.

A seguito della strage di Capaci che avvenne il 23 maggio 1992; quella di via D'Amelio del 19 luglio 1992 e quella del 27 maggio 1993 in via dei Georgofili a Firenze, che uccise 5 persone, Cosa Nostra decise di sferrare un altro attacco. Il 27 luglio 1993 scoppiò una bomba in via Palestro a Milano, di fronte al Padiglione d'Arte contemporanea. Quando l'autobomba esplose, uccise l'agente Alessandro Ferrari e i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno e anche l'immigrato marocchino Moussafir Driss. Strage in via Palestro a Milano Il 28 luglio 1993 invece, scoppiarono due autobombe nella Capitale: una a San Giovanni in Laterano e un' altra a San Giorgio in Velabro. 28 luglio 1993 Il giorno successivo, Gaspare Spatuzza spedì due lettere anonime a nome della sigla "Falange Armata" alle redazioni dei quotidiani  "Il Messaggero" e "Corriere…

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Rita Atria: una siciliana ribelle

Rita Atria era una ragazza siciliana di 17 anni quando morì il 26 luglio 1992. Proveniva da una famiglia mafiosa; il padre infatti, era un pastore affiliato a Cosa Nostra. Quando morì il padre, si consolidò ancora di più il legame con il fratello, legato anch'egli alla mafia. Quando fu ucciso il fratello Nicola, la moglie Piera Aiello, decise di collaborare con la polizia, diventando una testimone di giustizia. Oggi Piera è membro della Commissione Parlamentare Antimafia, dopo essere stata eletta come Deputata alle elezioni del 2018. A soli 17 anni, Rita decise di seguire le orme della cognata e di collaborare con la giustizia, in particolare con Paolo Borsellino. Per lei diventò come un padre, anche perché tutta la sua famiglia la rinnegò, considerandola una traditrice. Rita Atria Grazie alle sue preziose testimonianze e quelle della cognata, fu possibile arrestare numerosi mafiosi di…

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