19 luglio 1992: dalla strage di Via D’Amelio all’ eredità di Paolo Borsellino.
La strage del 19 luglio 1992.
La strage del 19 luglio 1992.
Di Noemi Gatto Se vi aspettate da questo articolo -in realtà è più una riflessione, non sono una giornalista- la solita favoletta commemorativa, potete anche chiudere ed andare altrove. E vi spiego pure le ragioni. Ragione numero 1: Non ho mai amato la retorica sterile, messa in atto un giorno all’anno, per cumulare quale like o per uniformarsi al pensiero della massa. Odio fortemente l’ipocrisia. A maggior ragione, se “vomitata” su una vicenda di estrema importanza- quale è l’uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo ed i poliziotti Montinaro, Dicillo e Schifani - ed a cui mi sento particolarmente legata. Pertanto rimarrò fedele alla mia trasparenza ed al mio essere diretta. Ragione numero 2: Il raccontino del cattivo che uccide il buono, ha stancato. Oramai non regge più. Non è tutto bianco o nero. Esiste il grigio e va raccontato. La Strage di Capaci -…
50 anni fa fu organizzata la strage di piazza Fontana che uccise 17 persone e ne ferì 88.
A seguito della strage di Capaci che avvenne il 23 maggio 1992; quella di via D'Amelio del 19 luglio 1992 e quella del 27 maggio 1993 in via dei Georgofili a Firenze, che uccise 5 persone, Cosa Nostra decise di sferrare un altro attacco. Il 27 luglio 1993 scoppiò una bomba in via Palestro a Milano, di fronte al Padiglione d'Arte contemporanea. Quando l'autobomba esplose, uccise l'agente Alessandro Ferrari e i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno e anche l'immigrato marocchino Moussafir Driss. Strage in via Palestro a Milano Il 28 luglio 1993 invece, scoppiarono due autobombe nella Capitale: una a San Giovanni in Laterano e un' altra a San Giorgio in Velabro. 28 luglio 1993 Il giorno successivo, Gaspare Spatuzza spedì due lettere anonime a nome della sigla "Falange Armata" alle redazioni dei quotidiani "Il Messaggero" e "Corriere…
L'antefatto Il periodo 1992-1993 fu uno dei periodi più difficili della nostra storia Repubblicana. Fu il periodo in cui i principali esponenti di Cosa Nostra, a seguito delle pesanti condanne definitive del Maxiprocesso, avviarono una serie di attentati terroristici nei confronti di politici, magistrati, ma che colpirono anche il patrimonio culturale-artistico italiano e alcuni esponenti della società civile. Nel 1991 si riunì la commissione regionale e poi quella provinciale di Cosa Nostra, per sferrare un duro colpo nei confronti dello Stato. Il 30 gennaio 1992 infatti, la corte di Cassazione confermò quasi tutte le pesanti condanne nei confronti dei principali esponenti di Cosa Nostra imputati nel Maxiprocesso. I primi obiettivi furono i politici: il 12 marzo fu ucciso l'onorevole Salvo Lima, principale esponente della DC in Sicilia, colpevole secondo i mafiosi, di non essere riuscito a mantenere le promesse. La mafia si stava preparando…
Erano le 17:58 del 23 maggio del 1992, quando sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, fu ucciso il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo ed i tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In quell'esplosione causata da più di 500 kili di tritolo, l' autostrada divenne un cumulo di macerie. Luogo della strage I sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza. Il 23 maggio, Cosa Nostra organizzò una delle stragi più cruente e simboliche del nostro Paese. Usarono più di 500 kili di tritolo per far saltare in aria quel magistrato, che aveva inferto un duro colpo a Cosa Nostra. Ricostruzione della strage Quel giorno il dott. Falcone, dopo essere partito da Roma, come ogni fine settimana, arrivò all'aeroporto di Punta Raisi, dove lo stava già aspettando la moglie…
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