Pio La Torre e Rosario Di Salvo, due destini intrecciati.

Pio La Torre fu politico siciliano ucciso il 30 Aprile 1982.


Aderì al Partito Comunista italiano, svolgendo importanti ruoli, da consigliere comunale a Palermo fino alla elezione come deputato.

Fu il principale promotore della legge che introduceva il reato di associazione mafiosa (art. 416 Bis c.p, cosiddetta Legge Rognoni-La Torre) ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi.
Soltanto dopo la sua morte queste leggi vennero approvate.

Prese parte alla Commissione Parlamentare Antimafia, accusando in una relazione politici come Vito Ciancimino e Salvo Lima, principali esponenti della DC in Sicilia, di intrattenere rapporti con la mafia.

Fu componente della Commissione Difesa, si oppose duramente alla costruzione missilistica della base NATO a Comiso, perché avrebbe inciso duramente sul mantenimento della pace nel Mar Mediterraneo.

Con Pio La Torre fu ucciso anche un suo collaboratore, Rosario Di Salvo, che quella mattina si trovava alla guida dell’auto. La Torre morì sul colpo, mentre Di Salvo dopo aver risposto al fuoco dei sicari, morì poco dopo.

Furono condannati come esecutori materiali: Giuseppe Lucchese, Giuseppe Greco, Salvatore Cucuzza e Nino Madonia.

Furono condannati come mandanti: Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Bernardo Provenzano, Nenè Geraci, Bernardo Brusca e Francesco Madonia.

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