Chi era Agnese Borsellino?

Articolo ddi Annalisa Burti

Agnese Piraino Leto moglie di Paolo Borsellino, il 5 maggio 2013, lasciò i suoi cari a seguito di una malattia che non fu mai in grado di annientare sua voglia di vivere.

Agnese e Paolo Borsellino

Si era innamorata di quell’uomo, Paolo Borsellino, per la semplicità e per l’umiltà che lo caratterizzava.
Raccontò infatti, di essersi innamorata del futuro marito, una mattina in riva al mare:

«Era il 1968. Una mattina, mentre andavo all’università, vidi Paolo che attraversava la strada e mi veniva incontro. “Ciao Agnese”, mi sussurrò. “Come stai? Ti posso accompagnare? Gradisci?”.

Gli feci un grande sorriso. Quando parlava, il suo volto si muoveva tutto. La bocca, gli occhi, la fronte. Aveva una mimica davvero particolare. Quella mattina in riva al mare mi innamorai di Paolo e lui di me. Era come se ci fossimo innamorati per la prima volta, anche se avevamo già la nostra età. Lui ventott’anni, io venticinque. Io gli raccontavo dei miei sogni. Lui mi raccontava le sue storie. Mi ricordo, era vestito con degli abiti semplici, quasi umili direi. Un pantalone e una maglietta, niente altro».

Da quel momento in poi, fu impossibile stare lontani, decisero infatti, di sposarsi ed iniziare una vita insieme

Il matrimonio di Agnese e Paolo Borsellino

La famiglia e i figli

Ebbero tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta.
Tutti e tre con dei nomi simbolici: Lucia, come la protagonista dei Promessi Sposi, Manfredi come l’ultimo re di Sicilia e Fiammetta come uno dei personaggi amati del Boccaccio.

Paolo Borsellino infatti, amava letteratura, conosceva addirittura a memoria parti della Divina Commedia.

Agnese Borsellino e tutta la sua famiglia

Gli anni del maxiprocesso

Gli anni successivi non furono facili, il lavoro del marito condizionò anche la vita familiare, in particolare durante l’istruzione del Maxiprocesso.

Infatti nel 1985 tutta la famiglia Borsellino con Giovanni Falcone e la sua amata Francesca Morvillo, magistrato anche lei, furono trasferiti sull’isola dell’Asinara, per completare l’istruttoria del Maxiprocesso.
Furono trasferiti all’improvviso, dopo che fu intercettata dai Carabinieri dell’Ucciardone, una minaccia di morte nei confronti dei due magistrati.
Quei mesi furono duri non soltanto per Falcone e Borsellino, che avevano il peso di preparare una solida accusa nei confronti di Cosa Nostra, ma anche per i familiari.
La figlia Lucia infatti, avvertì molto la situazione di tensione, tant’è che ebbe dei problemi di alimentazione che indussero il Dott. Borsellino a riportarla a Palermo.
Agnese continuò a fornire tutto il sostegno e l’amore possibile al marito, ai figli, nonostante le tensioni, le difficoltà, le minacce di morte, i dispiaceri e anche l’isolamento che subì l’intera famiglia.

Prima e dopo la stage in via D’Amelio

I mesi che precedettero la morte del marito, furono i più trazianti, specialmente dopo la morte di Giovanni Falcone, quando il destino del marito, appariva ormai segnato.
Borsellino cercava di allontanare i suoi cari per rendergli meno doloroso il distacco dopo la morte e loro cercavano di cristallizzare quei momenti insieme, cercando di custodire ogni istante insieme.

Dopo la morte del marito, non fu facile sopportare quel dolore, ma l’unico motore che le rendeva possibile mantenere la famiglia unita, era l’amore, lo stesso amore che aveva da sempre caratterizzato quelle vite.
Iniziò ad incontrare ai giovani, raccontare del sacrificio sostenuto dal marito e dai suoi cinque agenti di scorta, affinché la sua morte avesse un significato più profondo.
Cercò di invogliare i giovani a lottare per i propri sogni, senza mai abbattersi, esattamente come aveva fatto Paolo suo marito.
La colpì però una malattia, che il 5 maggio 2013 la portò via. Nonostante quel male, nei mesi predecenti, continuò ad incontrare i giovani e scrisse un libro che ha rappresentato un vero e proprio testamento.

«Lo dico con amore, l’ amore per la vita che mi fa andare avanti giorno dopo giorno, nonostante questa malattia che mi lascia impotente. L’ amore mi fa andare avanti,alimenta i miei sogni, deve dare forze ai giovani: non dovete mai demoralizzarvi davanti alle difficoltà, altrimenti è finita. Nulla è impossibile, perché tutto è in continuo divenire.»

Agnese Borsellino

Agnese Borsellino dal libro “ Ti racconterò tutte le storie che potrò ” di Salvo Palazzolo

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Il libro di Agnese Borsellino

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